L’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di circa 220 milioni di persone che nel mondo sono colpite dal diabete mellito. Le complicanze ad esso associate sono molteplici, da quelle vascolari, a quelle renali, fino alla retinopatia diabetica.
Tenere sotto controllo questa patologia è estremamente importante, quello che difatti si riscontra di frequente è un così detto diabete scompensato, mal curato che rende la situazione sempre più grave. Con uno stile di vita corretto, soprattutto in termini di alimentazione e con un controllo regolare dei valori di glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue) è possibile mettersi al riparo da tutte le complicanze del diabete.
Ultimamente è emersa, però, una relazione tra diabete e demenza. È stato dimostrato come pazienti diabetici abbiano un decadimento delle capacità cognitive dell’ 1.5 superiore rispetto a persone senza diabete. Sembra in particolare che gli elevati livelli di glicemia siano strettamente correlati con il rischio demenza.
Uno, tra i vari studi fatti, ha valutato la relazione tra glicemia a digiuno ed emoglobina glicata (una forma di emoglobina utile per risalire ai valori medi di glicemia negli ultimi mesi) sottoponendo i pazienti ad una serie di test cognitivi. I risultati hanno messo in evidenza che anche un aumento dell’1% di emoglobina glicata è associato a riduzione delle proprietà cognitive, non servono quindi valori di glicemia elevati per incorrere in problemi. Invece un’elevata glicemia a digiuno non ha mostrato correlazioni con la demenza.
Questo dato dimostra quanto sia una iperglicemia cronica a creare danno, non il picco glicemico in sé, e che quindi la chiave per proteggerci da tutto questo sia non sottovalutare mai la malattia, ma far si che il paziente diabetico sia controllato nel miglior modo possibile.