Il Belgio ha approvato l’eutanasia legale anche per i bambini. La legge sull’eutanasia si ispira a quella già in vigore in Olanda dove questa pratica riguarda ragazzi con più di dodici anni. In Belgio, la legge è stata voluta da schieramenti appartenenti a formazioni differenti che si sono dovute scontrare con l’opposizione rappresentata, in particolare, dai cristiani e dai democratici.
Questa legge shock viene messa in dubbio dai suoi oppositori sia per l’impossibilità per un bambino di chiedere di porre fine alla propria vita, come pure per dare risposta agli interrogati circa i livelli di sofferenza fisica ai quali la normativa fa riferimento.
L’eutanasia per i bambini, consente ai piccoli pazienti di chiedere di non proseguire i trattamenti e di essere accompagnati alla morte. Il provvedimento ha suscitato molte polemiche che hanno,ben presto, travalicato i confini nazionali e che si basano sulla capacità dei diretti interessati di comprendere la loro situazione. Infatti, per poter usufruire dell’eutanasia ai bambini deve essere riconosciuta il discernimento, ad opera di una commissione composta da psichiatri e psicologici. Gli esperti avranno quindi il delicato compito di verificare se il paziente sia conscio di ciò che comporti la sua decisione.
La richiesta di eutanasia deve, comunque, essere presa in accordo con la famiglia. Gli altri requisiti riguardano la diagnosi di morte certa in breve tempo e le sofferenze fisiche. L’eutanasia dei più piccoli riguarda anche tutti i malati terminali.
La legge è giudicata positivamente dalla stragrande maggiorana dei cittadini che si rispecchia anche nell’altissima percentuale di richieste di eutanasia.
Mal contento ed insoddisfazioni sono state espressi non soltanto dal clero belga ma anche dal Vaticano e dal Papa. La linea scelta dal mondo cattolico è sempre quella del rispetto del principio inviolabile della vita che non può essere interrotta dall’uomo. Papa Francesco ha sottolineato quanto sia importante prendersi cura di chi sta male, portando avanti una visione della vita improntata alla solidarietà e non alla cultura della scarto.